Anche la Lega contro il “sito sicuro” della Giunta Episcopo: “Non è trasparenza, è narrazione filtrata”

“Apprendiamo dell’iniziativa del Comune di Foggia denominata ‘Il mio sito sicuro – Trasparenza e fiducia attraverso il sito istituzionale’ con la quale l’amministrazione intende contrastare le cosiddette fake news promuovendo il sito del Comune come unica fonte attendibile di informazione istituzionale”. Lo riporta una nota della Lega di Foggia critica con il progetto anti fake news dell’amministrazione comunale guidata da Maria Aida Episcopo. Un’iniziativa già contestata dagli alleati di Fratelli d’Italia che hanno parlato di “deriva autoritaria”.
“La Lega di Foggia esprime forti perplessità su questa impostazione – si legge ancora -: dietro la patina della trasparenza, si cela un chiaro tentativo di indirizzare la comunicazione pubblica verso un modello unilaterale e autoreferenziale, in cui si accredita solo ciò che proviene dal Palazzo e si delegittima tutto ciò che arriva da fuori. Non è trasparenza, è narrazione filtrata. Non è fiducia, è controllo del messaggio”.
In una dichiarazione congiunta, la Lega Foggia afferma: “Questa iniziativa rischia di trasformare il sito del Comune in un mezzo di propaganda e autocelebrazione, più che in uno strumento di informazione pluralista. I cittadini hanno diritto ad accedere a fonti libere, critiche, anche scomode, e non possono essere guidati verso una ‘verità certificata’ dall’alto.
La comunicazione istituzionale dovrebbe aprirsi al confronto, non arroccarsi dietro etichette come ‘sito sicuro’, che evocano modelli comunicativi chiusi e autoreferenziali. Se davvero si vuole promuovere la trasparenza, si dia voce ai quartieri, ai cittadini, si risponda alle segnalazioni, si pubblichino dati reali, si affrontino i problemi con coraggio e chiarezza. Ma non si confonda la trasparenza con il controllo.
La libertà di espressione, la critica politica e l’informazione libera non possono mai essere subordinate a un’autocertificazione istituzionale. Il Comune lavori per risolvere i problemi, non per certificare ciò che si può dire o pensare”.
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